Ricordi


in questa pagina inserisco alcuni ricordi di quando ero bambino, che sono a me cari, dei lampi, che mi hanno lasciato soddisfatto. 

(per me la soddisfazione dell'uomo dovrebbe essere frutto, del genio, dello spirito buono e creativo che rende l'essere umano, geniale per realizzare cose utili per rendere la vita migliore).


un ricordo di quando ero bambino, e seguivo mio padre sul cantiere dove lavorava. lo ricordo farsi lunghe camminate per poter misurare approssimative distanze. Era l'anno 1981, e a me bambino venne in mente l'idea seguente: una ruota centimetrica fissata all'interno di una forcella, che alla sua rotazione misurava la distanza percorsa.

Due furono gli spunti i quali mi diedero l'imput per sviluppare questa idea: 
il primo era questo: ci trovavamo in Liberia, ed i bambini del posto giocavano con dei vecchi cerchioni di bicicletta. Cerchioni, che privi di copertone, venivano spinti con un tondino di ferro di piccolo diametro debitamente sagomato, e impugnato guidava questo cerchione inseguito di corsa dai bambini delle periferie di Monrovia. 
il secondo era: per misurare effettivamente quanti metri si stavano percorrendo durante il percorso di un tragitto. anche qui tutto era una applicazione di quello che noi bambini già facevamo, sulle nostre biciclette. Che andrò brevemente a spiegare; fissare sulla forcella una strisciolina di materiale flessibile, che con la cooperazione di un chiodo disposto sulla ruota, in un ipotetico zero, nel movimento di rotazione della ruota, ogni qualvolta il chiodo andava ad attraversare la posizione della linguetta, questa emetteva un suono che contato dall'utilizzatore dell'attrezzo, faceva conoscere la distanza che si stava percorrendo.
quando spiegai la mia idea a mio padre, lui mi diede la notizia che questo strumento esisteva già. ma questo non scalfi minimamente la mia soddisfazione, in quanto non lo sapevo e la mia idea era originale, e unica.

...spesso le grandi e buone idee non sono da ricercarsi, nei meandri dell'ignoto. ma sono uno sviluppo di quello che già ci circonda, e si evolve dando forma a cose completamente nuove...


un altro ricordo a me caro, è questo: era l'estate del 1984, una sera all'imbrunire presi, a sua insaputa, il motorino di mio padre. un 48 CC. e in quel mio primo giro di qualche centinaio di metri. tra la gioia del desiderio realizzato e la marachella, che non poteva sminuire quella immenso piacere. stavo ideando qualche cosa di nuovo, nella mia mente, non ero ancora sceso, e nel frattempo che sperimentavo, quel sistema di cambio marce al piede, tra qualche inevitabile sfollata, pensai: "se si può utilizzare per un motorino, un sistema così semplice ed immediato, lo si potrà, certamente realizzare anche nelle autovetture!".

avevo appena abbozzato nella mia mente, il cambio sequenziale delle autovetture. 
un sistema che solo alcuni anni dopo, avrei visto in televisione, nei camera car delle macchine da rallye.